
Benvenuti e benvenute al dodicesimo episodio della rubrica “SHH!”: l’iniziativa che rompe il silenzio sulla parità di genere.
Oggi condividiamo l’articolo scritto da Francesca Visentin per il Corriere del Trentino in occasione dell’appuntamento con Antonella Viola “ll genere della conoscenza: quando scienza e tecnologia parlano maschile”. L’evento fa parte di PARIDEE, l’iniziativa di Fondazione Caritro per la parità di genere.
Al termine della lettura è presente un contenuto utile ad approfondire i temi trattati 
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“Antonella Viola a Trento nella rassegna di Caritro: «La scienza per secoli ha narrato il mondo solo con voce maschile»” – 13 marzo 2025, Corriere del Trentino
Parità e medicina di genere, aspetti strettamente collegati: scienza e diritti, per una rivoluzione culturale. Ad approfondire il tema della medicina di genere, arriva a Trento la scienziata e divulgatrice Antonella Viola in due incontri, domani, 14 marzo, alla sala Filarmonica di via Verdi a Trento e sabato al teatro San Gottardo di via San Giovanni Bosco a Mezzocorona (ore 18 e servizio di baby sitting per entrambi gli eventi). Gli incontri fanno parte del progetto «Paridee» di Fondazione Caritro, Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto con Feltrinelli Education e il Comitato pari opportunità della Provincia di Trento. I talk con Antonella Viola sono organizzati con il patrocinio dell’Università di Trento e dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento.
«Per secoli, la scienza ha raccontato il mondo con una voce maschile. I corpi studiati nei laboratori, i sintomi descritti nei libri di medicina, le innovazioni tecnologiche: tutto è stato pensato da e per un modello universale che, guarda caso, è sempre stato quello dell’uomo – sottolinea la professoressa Viola – . Così ci troviamo con farmaci meno efficaci (e più pericolosi) per le donne, con algoritmi che amplificano gli stereotipi di genere, con un’Intelligenza Artificiale che eredita i bias di chi l’ha creata. Esploreremo il concetto di gendered innovation, scopriremo perché la medicina genere-specifica non è un lusso, ma una necessità e capiremo come gli stereotipi di genere si insinuano nelle macchine, rischiando di trasformare i pregiudizi in destino. Perché l’innovazione non è tale se lascia indietro metà della popolazione».



Viaggio nella scienza
Antonella Viola è professoressa ordinaria di Patologia Generale all’Università di Padova, coordina un gruppo di ricerca che studia il sistema immunitario. Si occupa attivamente di divulgazione scientifica, è autrice di libri di successo, editorialista, ospite e autrice di trasmissioni televisive e radiofoniche e manifestazioni culturali. È nel Comitato Scientifico dell’Osservatorio Terapie Avanzate e della Fondazione Onda e nel Cda del Centro Elena Cornaro e del Centro Ricerche Fusione. Il suo più recente saggio, si intitola La rivoluzione della cura. Un viaggio nella scienza che sta cambiando la medicina (Einaudi 18,50 euro, 224 pagine), scritto con Alessandro Aiuti. Un libro per aiutare a capire la recente rivoluzione della scienza e creare una medicina partecipativa, in cui donne e uomini da «oggetti» diventano «soggetti» della cura e possono partecipare attivamente a scelte che riguardano la loro salute. Oggi il cambiamento nella cura sta nella possibilità di agire sui geni. Una tecnologia che, modificando il dna, offre soluzioni al di là dei trattamenti classici solo sui sintomi delle malattie. Grazie a osservazioni, intuizioni, sperimentazioni, sorprese inaspettate (ad esempio la muffa di Fleming), scienziate e scienziati sono arrivati a capire, tra le altre cose, che l’ingegneria genetica può sfruttare enzimi, batteri, virus, approfittando delle strategie con cui si sono evoluti in milioni di anni. E molte scoperte si sono rivelate efficaci per guarire malattie che si pensavano incurabili.
«Democratizzare la scienza»
Alessandro Aiuti, medico, professore ordinario di Pediatria all’Università Vita Salute San Raffaele è specializzato in malattie rare e terapia genica. Nel libro i due scienziati spiegano che Dalle malattie rare, ai tumori, alle malattie infettive, neurologiche o cardiovascolari, dall’intervento sul materiale genetico per le malattie ereditarie, all’immunoterapia, la medicina sta cambiando a velocità impressionante. Tecnologie sofisticate puntano a risolvere i problemi alla radice e in molti casi sono già farmaci, come quelli basati su virus ingegnerizzati che trasportano geni terapeutici, cellule capaci di distruggere tumori o piccole «forbici» molecolari per tagliare il dna. «Democratizzare la scienza significa abbattere le barriere tra ricerca e società civile – dice Antonella Viola – rendendo la scienza comprensibile e accessibile».
Articolo a cura di Francesca Visentin, Corriere del Trentino.
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